Quanto resta della notte - Claudia De Luca ed Eleonora Conti

Un'installazione artistica site-specific di Claudia De Luca ed Eleonora Conti fatta da luci e tarlatana che crea, all’interno del teatro DamsLab di Bologna, un percorso, immersivo, onirico e solitario.

Quanto resta della notte - Claudia De Luca ed Eleonora Conti

17 gennaio 2024 - comunicato stampa

 

Sentinella, quanto resta della notte? Risponde la sentinella: il mattino viene, ma è ancora notte. Se volete domandate, chiedete, tornate e domandate ancora. (Isaia, 21, 11-12)

Quanto resta della notte di Claudia De Luca ed Eleonora Conti, verrà presentata dal 2 al 4 febbraio 2024 nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 in occasione di ARTEFIERA, è un’installazione artistica site-specific di luci e tarlatana che crea, all’interno del teatro DamsLab, un percorso, immersivo, onirico e solitario.
Il progetto artistico è un invito a entrare in una dimensione di veglia che trascende il tempo e che predispone alla luce. Le artiste realizzano una scenografia dell’anima in cui le forme, le identità vanno a perdersi perché non più importanti e dove non vi è nulla di definito - afferma Elisabetta Mero autrice del testo critico -. L’intreccio tra materia tessile (la tarlatana), elementi naturali e luce crea un’illusione scenica che rimanda all’idea di un crepuscolo infinito, un ingresso nella notte o nell’eterno. Lo spettatore partecipa all’installazione ripercorrendo il momento nel quale il passaggio dal giorno alla notte si ferma in quel preciso istante denominato ora blu, metafora della transizione tra la vita e la morte, teorizzata da Franz Kafka nel suo diario.
 

Il titolo della installazione Quanto resta della notte, ispirato da alcuni versetti della Bibbia (Isaia 21, 1-12), non è una domanda, non si accompagna ad un punto interrogativo. Il progetto site-specific realizzato dalle due artiste in occasione dell’art week bolognese è un labirinto di sogno e veglia, una scenografia solitaria dove l’eccedenza di quello che resta della notte è un carico da portare sulle spalle anche quando la luce del giorno diventa assoluta. Riprendendo le parole di Borges “noi siamo la nostra memoria, noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti”, la memoria in questa installazione funge da faro e impone allo spettatore uno sguardo che non è solo rivolto al passato. La proiezione verso il futuro viene rappresentata sul palco da alcune piante che soffocano, ma nello stesso tempo si spingono verso la luce. La cenere sul palco si configura come un pozzo di lava nera che pian piano si trasforma in elemento fertilizzante. E tutto, dentro e fuori, si dilata in un frammento di tempo nel quale l'ora blu sembra diventare eterna. Gli elementi sul palco sono intesi come attori muti che rievocano una memoria diventata illusione o allucinazione ma che il mattino dopo continua a persistere e ad insistere.


Claudia De Luca, pescarese di origine, si laurea in Storia Contemporanea presso l’Università di Lettere e Filosofia di Bologna e in Comunicazione e Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 2012 accompagna l’attività dell’insegnamento di filosofia e storia alla pratica artistica esponendo in mostre e collaborando a progetti editoriali di arte e letteratura.
Eleonora Conti, bolognese d’origine, comunica con le immagini fin da quando ne ha memoria e durante l’adolescenza si interessa della cultura pop in tutte le sue forme. Di pari passo agli studi cinematografici porta avanti la carriera di fotografa, cercando di tradurre attraverso le immagini ciò che a parole non può essere espresso. La necessità di dare una forma tangibile e concreta a ciò che vuole comunicare la porta a collaborare con l’artista Claudia De Luca in quella che diventa così la sua prima installazione d'arte.

Il Teatro è uno spazio che fa parte del laboratorio DamsLab sito in Piazzetta Pasolini 5b, Bologna. Il DAMSLab è un laboratorio di valorizzazione culturale urbana, attivato e gestito dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, che si propone di promuovere progetti e favorire sinergie che identifichino nella produzione e partecipazione culturale e artistica un fattore chiave di crescita territoriale e un asse rilevante della cittadinanza contemporanea e futura. Si tratta di un luogo aperto al territorio, che mette in dialogo differenti saperi. Attiva e facilita sinergie e collaborazioni con gli altri Dipartimenti dell’Università e con la città nelle sue istituzioni culturali, fondazioni, imprese, musei e associazioni, favorendo ricadute sociali in termini di sensibilizzazione, partecipazione e mobilitazione culturale del tessuto urbano.

La BLQrew Video Agency è un’agenzia video con sede a Bologna che si occupa di creare una video strategy che affianca campagne pubblicitarie a contenuti social e spazia dai video corporate ai video intervista, nel nome dell’immagine coordinata. Si occupa di produzione e post-produzione video, coordinando il progetto e la sua strategia lungo ogni fase di realizzazione. Nella sua carriera ha curato progetti come spot pubblicitari, video promozionali e commerciali, produzioni cinematografiche e dirette live e streaming, portando a termine con tenacia e soddisfazione ogni sfida che si sono trovati ad affrontare.
Lartquotidien un'associazione no profit con sede a Milano, che si occupa dell'organizzazione di mostre, visite guidate e della promozione di progetti culturali. Lartquotidien pensa che l’arte contemporanea possa connettersi con il patrimonio passato e immaginare un futuro in cui le espressioni creative come arte visiva, design, architettura, performance possano dialogare tra loro perché tutte parte di un’unica energia e respiro universale.

QUANTO RESTA DELLA NOTTE
di CLAUDIA DE LUCA ed ELEONORA CONTI
Testo critico di Elisabetta Mero

2 - 4 FEBBRAIO 2024
Opening: venerdì 2 febbraio ore 18.00 - 22.00
Sabato 3 febbraio: 18.00 - 23.00
Domenica 4 febbraio: 11.00 - 18.00
Sede: Teatro DamsLab, Piazzetta P.P. Pasolini 5b, Bologna
Promossa da: BLQrew Video Agency
In collaborazione con: Lartquotidien

Ufficio Stampa
Laura Cometa
Lauracometa.press@gmail.com | + 39 3271778443

Il dialogo visivo messo in scena dall’artista Claudia de Luca e la fotografa Eleonora Conti, nel meraviglioso contesto del Teatro DAMSLab di Bologna, crea un intreccio tra arti volto a coinvolgere il pubblico in un percorso immersivo reale, e per chi voglia anche spirituale, tra palco e spalti.
Le artiste realizzano una scenografia dell’anima in cui le forme, le identità vanno a perdersi perché non più importanti e dove non vi è nulla di definito.
Claudia De Luca (Pescara, 1976, vive e lavora a Bologna) porta avanti la sua ricerca sul tema dei sipari, delle soglie, delle attese e fioriture con uno sguardo sulla realtà invisibile (vedi la sua ultima mostra “La penultima parola”, Arte Spazio Tempo, Venezia 2024) indirizzandosi sempre più sulla scenografia come possibilità espressiva. Come già in “Le camere dello scirocco” alla Basilica di San Celso (2022) anche in questa mostra-installazione la tarlatana, un tessuto simile alla garza vicino al mondo della cura, è protagonista assoluta del suo creare.
Le luci sono invece lo strumento pittorico e scenografico di Eleonora Conti (Bologna, 1997) con l’occhio della regista cinematografica. Il duo si trova a collaborare già da alcuni anni ma è la prima volta che presentano un progetto insieme mostrando la possibilità di andare oltre i rispettivi confini.
L’intreccio tra materia tessile, elementi naturali e luce crea un’illusione scenica che rimanda all’idea di un crepuscolo infinito, un ingresso nella notte o nell’eterno in cui si va a perdere la percezione del tempo. Questa dimensione ci ricorda “l’atmosfera del meriggio nell’ora di Pan, quel momento “magico” della giornata in cui il sole sulla terra crea effetti di luce-ombra soprannaturali poco prima di sparire e di rifar piombare l’umanità̀ intera nelle tenebre” (dal catalogo Lorenzo Pietrogrande. L’Ora di Pan, Galleria Blanchaert, Milano 2008).
Detta anche “Ora blu” è quel momento tra il giorno e la notte al crepuscolo ma che indica anche l’alba, metafora della transizione tra la vita e la morte, introdotta e teorizzata da Franz Kafka nel suo diario.
Voglio che i miei spettatori siano in grado di abbandonarsi all’esperienza fisica dell’annegamento nel mare apparentemente calmo dei miei disegni con la bic blu”, scrive Jan Fabre (1958, Anversa) nel 1988 parlando delle sue opere realizzate a penna Bic che rappresentano l’ora Blu teorizzata anche dal suo avo Jean Henri Fabre, padre dell’entomologia (da Jan Fabre. I Castelli dell’ora blu, Building Gallery 2018).
La natura, complice di questo rituale finale, nel silenzio, si svela in tutta la sua bellezza mutevole. In questa dimensione metamorfica la morte diventa un passaggio dall'effimero all'infinito.
Nell’installazione è posto l’accento anche sul corpo che non è altro che “una manciata di Terra” da gestire con grazia (Sadhguru) che diventa, riprendendo le parole delle artiste, “cenere che non brucia, ma non cancella, e soprattutto che alimenta, rigenera la vita”. Cosi anche il corpo dello spettatore, come in un rituale iniziatico, è invitato a fare uno sforzo fisico nell’entrare in un percorso, passare, superare lo spazio dell’Ora blu “divenendo consapevole che la domanda -quanto resta della notte?- rimarrà senza risposta perché una porzione di quella notte la portiamo anche nel giorno sulle spalle e sulla coscienza
”.
Il titolo della mostra è stato ispirato da alcuni versetti della Bibbia in cui il profeta Isaia (Isaia 21, 1-12) ci insegna a essere presenti e a saper attendere la luce, l’alba, il giorno, a esser pronti, a fidarsi e ad affidarsi a qualcosa, dice Claudia De Luca, “che non è traducibile sul piano logico, ma solo percepibile in una dimensione onirica”. Luigino Bruni su questo cantico tra i più belli di tutta la Bibbia scrive “I profeti non-falsi sanno abitare lo scarto tra la notte e l’alba, sanno stare con la propria ignoranza e con quella dei passanti notturni, fedeli nel proprio posto di avvistamento. E accompagnano e riempiono la notte parlando e riparlando, ascoltando e riascoltando le domande di chi continua a chiedere: «Sentinella: quanto manca al giorno?» (Luigino Bruni, “In ascolto della vita. Nella notte e fino all’aurora”, 2016)
La mostra è un invito a entrare insieme in questa dimensione di veglia che trascende il tempo e che predispone alla luce.
Elisabetta Mero







01_Quanto resta della notte_ Crediti_ELEONORA CONTI
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