Marcel Duchamp e la seduzione della copia

Prima, grande personale che la Collezione Peggy Guggenheim museo veneziano dedica a Duchamp, tra gli artisti più influenti e innovativi del Novecento, storico amico nonché consigliere della mecenate americana Peggy Guggenheim.

Marcel Duchamp e la seduzione della copia

La mostra presenta una sessantina di opere che l'artista realizzò tra il 1911 e il 1968. Tra queste, tante provengono dalla Collezione Peggy Guggenheim, tra i lavori più rappresentativi dell'artista francese. Accanto a quelle provenienti dalla Collezione, si aggiungano le opere esposte in varie gallerie e musei del mondo, dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma al Museum of Modern Art di New York. Figurano poi - una buona metà - i lavori appartenenti a collezioni private, tra cui quella di Attilio Codognato, lungimirante collezionista che fin dai primi anni ’70 si è interessato alla produzione di Duchamp. Infine in mostra troviamo una sezione dedicata alla lunga amicizia che legò l'artista a Guggenheim: fotografie, documenti d’archivio e pubblicazioni testimoniano il legame che intercorse tra loro, due personalità molto diverse ma altrettanto vivaci.

20 ottobre 2023 - comunicato stampa

 

Dal 14 ottobre, 2023  al 18 marzo, 2024, la Collezione Peggy Guggenheim presenta l’attesa mostra Marcel Duchamp e la seduzione della copia, a cura di Paul B. Franklin, studioso indipendente residente a Parigi e tra i massimi esperti di Marcel Duchamp (1887-1968). Si tratta della prima, grande personale che il museo veneziano dedica a Duchamp, tra gli artisti più influenti e innovativi del Novecento, storico amico nonché consigliere della mecenate americana Peggy Guggenheim.

Marcel Duchamp e la seduzione della copia presenta una sessantina di opere realizzate tra il 1911 e il 1968. Saranno esposti lavori iconici provenienti dalla Collezione Peggy Guggenheim, quali Nudo (schizzo), Giovane triste in treno (1911-12) e da o di Marcel Duchamp o Rrose Sélavy (Scatola in una valigia) (1935-41), e da altre prestigiose istituzioni museali italiane e statunitensi, tra cui la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Philadelphia Museum of Art, il Museum of Modern Art di New York, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Ad affiancare questo prezioso nucleo di opere, una serie di lavori meno noti al grande pubblico appartenenti al lascito dell’artista nonché a collezioni private. Molte opere esposte, la metà circa, provengono inoltre dall’eminente collezione veneziana di Attilio Codognato, lungimirante collezionista che fin dai primi anni ’70 si è interessato alla produzione dell’artista francese. È la prima volta che un così ampio nucleo di opere di Duchamp appartenenti alla collezione Codognato viene esposto in occasione di una mostra pubblica.

Peggy Guggenheim conosce Marcel Duchamp a Parigi intorno al 1923, ma è solo a partire dall’autunno del 1937 che l'artista diviene mentore e tra i consiglieri più fidati della mecenate, quando si trova in procinto di aprire la sua prima galleria a Londra, la Guggenheim Jeune, che inaugura il 24 gennaio 1938, e a dare così inizio alla sua iconica collezione d’arte. Nella sua autobiografia, Confessions of an Art Addict (1960), Guggenheim ricorda: “Avevo veramente bisogno di aiuto. Mi venne in soccorso un vecchio amico, Marcel Duchamp. […] Non so cosa avrei fatto senza di lui. […] Devo ringraziarlo per avermi introdotto nel mondo dell’arte moderna”. Non solo, nel 1941 Guggenheim acquista direttamente dall’artista il primo esemplare dell'edizione deluxe del capolavoro Scatola in una valigia, divenendo così una delle prime sostenitrici di Duchamp.

Nonostante crei alcuni dei dipinti più noti del XX secolo, tra cui Nudo (schizzo), Giovane triste in treno e Il re e la regina circondati da nudi veloci (1912) capolavoro proveniente dal Philadelphia Museum of Art, presente in mostra – e per la prima volta messo in dialogo con la sua riproduzione colorata dall’artista (coloriage original), contenuta all’interno di Scatola in una valigia – Duchamp abbandona la pittura da cavalletto a trentun anni, nel 1918. Nei successivi cinquant’anni si dedica a molteplici attività creative, quasi nessuna all’epoca considerata vera arte. Oltre a queste iniziative, riproduce ripetutamente le proprie opere in tecniche e dimensioni diverse e con la massima cura, e grazie a queste copie diffonde il suo corpus di opere, altrimenti modesto, senza generare nulla di indiscutibilmente nuovo, aggirando così con grande abilità il mercato dell’arte e la sua voracità. Ricreando i suoi lavori Duchamp dimostra che alcuni duplicati e i loro originali offrono un analogo piacere estetico, e mettendo costantemente in discussione la gerarchia tradizionale tra originale e copia ridefinisce ciò che costituisce un'opera d'arte e, per estensione, l'identità dell'artista. “Distinguere il vero dal falso, così come l'imitazione dalla copia, è una questione tecnica del tutto idiota”, dichiara Duchamp nel 1967 in un’intervista, mentre in un'altra occasione afferma: “Un duplicato o una ripetizione meccanica ha lo stesso valore dell'originale”. Secondo l’artista le idee che un'opera d'arte incarna, hanno lo stesso significato dell'oggetto in sé. È l'importanza che attribuisce ai concetti estetici a spingerlo a riprodurre ripetutamente e con meticolosa esattezza le proprie opere, e così fa a partire dalla Scatola del 1914 del 1913-14/15, dove riunisce una serie di facsimili fotografici di appunti manoscritti, per proseguire poi fino agli anni '60, con le repliche dei suoi ready made storici.

Marcel Duchamp e la seduzione della copia esplora i molteplici approcci adottati dall’artista per duplicare le proprie opere senza soccombere alla copia pura e semplice. Organizzata intorno a vari temi tra loro correlati – origini, originali e somiglianze di famiglia; il passato è un prologo; la magia del facsimile; copie autentiche; disciplinare e rendere più audace la mano; clonare il sé, vestire l’altro; ripetizione ipnotica; temi e variazioni – la mostra ruota intorno a Scatola in una valigia , raccolta innovativa di riproduzioni e repliche in miniatura dei lavori di Duchamp, prima di un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio, i cui primi esemplari, tra cui questo, sono di Louis Vuitton, contenente la dedica dell’artista a Guggenheim: “Pour Peggy Guggenheim ce No. 1 de vingt boîtes-en-valise contenant chacune 69 items et un original et par Marcel Duchamp Paris Janvier 1941”. “Tutto quello che ho fatto di importante potrebbe stare in una piccola valigia”, dichiarò Duchamp. Scatola in una valigia è la sintesi più coinvolgente mai creata dall’artista della sua passione per la replica come modalità di espressione creativa. Grazie a una tale panoramica si può cogliere la portata straordinaria dell’ossessione di Duchamp per la copia come mezzo specifico di espressione artistica e comprendere fino a che punto le sue creazioni bizzarre e spesso ibride abbiano confuso e talvolta del tutto eluso le classificazioni artistiche in uso al momento in cui furono create.

Marcel Duchamp e la seduzione della copia offre l’occasione unica di mettere in relazione una selezione fondamentale di opere del dissacrante artista francese, che sempre sfidò le convenzioni rifiutando di rispettare le gerarchie culturali e commerciali dettate dal mondo dell’arte di inizi Novecento. Attraverso il percorso espositivo curato da Franklin non solo si potranno discernere le intricate connessioni visive, tematiche e concettuali che uniscono i diversi lavori di Duchamp in un unico corpus, ma si potrà anche cogliere la misura in cui questi "oggetti" stravaganti, spesso ibridi, hanno turbato e talvolta rifuggito totalmente le classificazioni artistiche tradizionali dell’epoca in cui sono stati creati. La mostra è accompagnata da un ricco catalogo illustrato, edito da Marsilio Arte, con il saggio del curatore.


Henri-Robert-Marcel Duchamp nasce a Blainville, nella Francia settentrionale, il 28 luglio 1887. Nel 1904 raggiunge a Parigi i fratelli Jacques (Villon) e Raymond (Duchamp-Villon) e frequenta i corsi di pittura all'Académie Julian fino al 1905. Le sue prime opere sono di stile postimpressionista. Espone per la prima volta nel 1909 al Salon des Indépendants e al Salon d'Automne di Parigi. I suoi dipinti del 1911, in stretto rapporto con il Cubismo, tendono tuttavia a rappresentare successioni d'immagini di un corpo in movimento. Nel 1912 dipinge la versione definitiva di Nudo che scende le scale: l'opera viene esposta al Salon de la Section d'Or dello stesso anno e, nel 1913, all'Armory Show di New York, dove suscita grande scalpore. Le sue idee iconoclastiche e radicali precorrono la nascita del movimento Dada, che avverrà a Zurigo nel 1916.

Abbandonati la pittura e il disegno tradizionali, si dedica a forme d'arte sperimentali elaborando disegni meccanici, studi e annotazioni che verranno inclusi nella sua grande opera degli anni 1915-23, La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche. Nel 1914 realizza i primi ready made (oggetti d'uso comune, a volte modificati, presentati come opere d'arte) destinati ad avere effetti rivoluzionari su molti artisti. Nel 1915 soggiorna per la prima volta a New York, dove la sua cerchia include Katherine Dreier e Man Ray (con i quali anni dopo fonderà la Société Anonime), Louise e Walter Arensberg, Francis Picabia e altri esponenti dell'avanguardia artistica.

Dopo un periodo di nove mesi che trascorre a Buenos Aires occupato principalmente nel gioco degli scacchi, Duchamp ritorna in Francia nell'estate del 1919 e si lega al gruppo Dada parigino. Di nuovo a New York nel 1920, realizza le sue prime strutture motorizzate e crea Rrose Sélavy, il suo alter ego femminile. Tornato a Parigi nel 1923, pare abbandonare l'arte per il gioco degli scacchi, ma in realtà non cessa i suoi esperimenti artistici. Dalla metà degli anni trenta collabora con i surrealisti e partecipa alle loro mostre. Si stabilisce in modo definitivo a New York nel 1942 e diviene cittadino statunitense nel 1955. Negli anni quaranta è in contatto con i surrealisti emigrati a New York a causa della guerra e con essi espone varie volte. Nel 1946 comincia a realizzare Etant donnés: 1. la chute d’eau 2. le gaz d’éclairage, un grande assemblaggio al quale lavorerà segretamente per i successivi vent'anni. Muore a Neuilly-sur-Seine, nei pressi di Parigi, il 2 ottobre 1968.

Marcel Duchamp e la seduzione della copia
Collezione Peggy Guggenheim, 14 ottobre 2023 – 18 marzo 2024

Paul B. Franklin, studioso indipendente ed esperto di Duchamp

Con una sessantina di opere provenienti da musei nazionali e internazionali, si tratta della prima, grande personale che il museo veneziano dedica a Marcel Duchamp, tra gli artisti più influenti e innovativi del Novecento, storico amico nonché consigliere della mecenate americana Peggy Guggenheim.

Il catalogo è edito da Marsilio Arte, con il saggio del curatore Paul B. Franklin.
Prezzo al pubblico €49.

Intero euro 16; seniors euro 14 (oltre 65 anni) studenti euro 9 (entro i 26 anni); bambini (0-10 anni) e soci gratuito. Il biglietto dà diritto all'ingresso alla Collezione e alla mostra. Tutti i giorni alle 15 vengono offerte presentazioni gratuite dell’esposizione.

10 – 18, chiuso il martedì

info@guggenheim-venice.it / 041.2405411
www.guggenheim-venice.it


Tel. 041.2405440/419
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Linea 1/2, fermata Accademia
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